Si dice che il soprannome “CRODA”, attribuito ad uno dei tanti ceppi dei Cunial, abbia origine con Lorenzo Antonio Cunial, andato sposo, agli inizi del 1800, ad Anna Maria Andreatta.
Lorenzo, per scommessa, mangiò una “terrina” di granchi crudi (masanete) che gli procurarono la morte, lasciando vedova Anna Maria e numerosi figli giovani.
Fra i tanti nipoti, uno, un po’ curvo di schiena, si chiamava Domenico. A quei tempi ben poche erano le risorse per scarsità di terreno da coltivare, il pane dei poveri erano le castagne.
Per migliorare le condizioni di vita bisognava ricorrere ad altre iniziative: fabbricare coppi, mattoni ed altri tipi di laterizio.
Il terreno davanti alla casa di abitazione venne utilizzato come deposito per la creta e per la lavorazione. Restava il problema della cottura.
Nei primi anni il materiale crudo veniva consegnato alla ditta Faretto (Fornace di Casella d’Asolo – l’unica dotata di forno in zona) per la cottura; ma ben poco rimaneva di guadagno e di conseguenza si creò la necessità di costruire un “fornesot”.
Domenico saliva sul “Col de S-ciao” a raccogliere e trasportare sulle spalle i sassi per la costruzione del fornesot. La gente, che lo vedeva curvo sotto il peso dei massi, diceva: “Meno, ti schiaccerai sotto quella CRODA; e CRODA oggi e CRODA domani Domenico Cunial diventò “Meno Croda”.
Col passare del tempo questa “menda” venne estesa anche alla casata di Giacinto.
|