Cunial Antonio, del ceppo dei Carli-Ovi detto “Toni grando ” (29 gennaio 1844 – 8 gennaio 1922), nipote di Cunial Carlo (il patriarca del ceppo dei Carli). Fu assessore comunale, con incarico di vicesindaco di Possagno durante l’età giolittiana, e Presidente dell’Opera Pia del Tempio (per la quale era incaricato di riscuotere i canoni dei fittavoli).
Cunial Antonio del ceppo dei Bianco, detto “Toni sordo” (1852 – 1935), produceva “cóp e quarèi” in collaborazione con altre famiglie Cunial (l’azienda era un embrione di cooperativa di mezzi); padre di Cunial Giuseppe (vedi), fu a Possagno un personaggio di grande rilievo sociale: cantore nel Coro del Tempio , consigliere dei parroci don Luigi Beccari (nei difficili momenti di subentro nella guida della parrocchia ai Cavanis ), don Nicolò Milanese , mons. Giovanni Battista Parolin (nel complesso clima sociale dell’Opera dei Congressi e del “non èxpedit”) e don Teodoro Agnoletto (nel triste e difficile periodo della ricostruzione durante il Primo Dopoguerra).
Cunial Antonio, detto “Toni Bianco” dal ceppo di appartenenza (1926 - 1986), fu un importante industriale dei Laterizi di Possagno: con i fratelli, seppe innovare l’attività tradizionale del fornesòt cooperativo di cóp e quarèi portata avanti dalla sua famiglia, fondando (1954) l’azienda dei laterizi “Fratelli fu Cunial Giuseppe” (fu la prima azienda autonoma condotta dal solo ceppo dei Bianco), portandola ai massimi livelli di produzione e qualità. Nel 1961, fondò la Fornace Cunial Antonio e nel 1970-1, la nuova Fornace ILCA (Industria Laterizi Cunial Antonio). Fondò e diresse la società Prealpina Milk di Possagno, una delle più fiorenti aziende agricole del Veneto. Si prodigò perché potesse trovare decorosa conclusione, con il fattivo contributo di tutti i Possagnesi, la grandiosa Casa di Riposo (inaugurazione: 1980) per anziani di Possagno, che presiedette dall’apertura fino al 1986.
Cunial Carlo, “patriarca” del ceppo dei Carli (1787 – 1871), figlio di Angelo e di Basso Antonia, “fornasier possidente”. Abitava con la famiglia a Rover, nelle case che in colonna vanno verso la borgata dei Paetòt. Dal Ceppo dei Carli, discesero le famiglie dei ceppi Ovi, Urbani, Banca, Costamalan.
Cunial Elisabetta del ceppo dei Paulón (1833 – 1914), maestra, figlia di Giuseppe e di Cunial Angela. In memoria del marito, Domenico Socal (1830 – 1903), delle cui volontà si fece interprete, fondò l’Asilo infantile di Possagno (ancora oggi denominato “Scuola dell’Infanzia Socal-Cunial”), in località Sofratta (nella casa di Teresa Favero, la prima educatrice della scuola). Lo fece approvare dal Capo dello Stato (con Regio Decreto del 9 settembre 1909), sottoscrisse una convenzione con l’ordine religioso delle Suore della Carità (dette anche “Suore di Maria Bambina” ) per la conduzione della scuola che volle cattolica e autonoma da ogni altra istituzione pubblica di Possagno, secondo le leggi crispine sull’assistenza e beneficienza.
Cunial Enrico del ceppo dei Croda, detto “Maestro Croda” (1918 - 2008), maestro elementare, fu amministratore dell’Opera Pia Dotazione del Tempio canoviano e Sindaco di Possagno nella legislatura 1950-55, la seconda dopo l’ultimo conflitto mondiale, portando a termine il periodo della “ricostruzione” e avviando il primo grande sviluppo socioeconomico del paese.
Cunial Ernesto del ceppo dei Paetòt (1911 - 2003), fornaciaio, collaborò con il fratello Cunial Fausto (vedi) a proteggere, entro un nascondiglio ricavato nella casa di famiglia, alcuni ufficiali dell’Esercito italiano datisi alla macchia dopo l’8 settembre 1943 e a nascondere numerosi ebrei, rifugiati in alcune abitazioni della contrada Cunial di Possagno durante le persecuzioni razziali della Repubblica di Salò e il “rastrellamento” del Grappa (1943-44). Vedi: Cunial Fausto.
Cunial Fausto del ceppo dei Paetòt (1908–1997), fornaciaio, partecipò alla Resistenza offrendo rifugio nella propria casa in via Fornaci-Paetòt ad alcuni ufficiali del Regio esercito ricercati dalla Repubblica di Salò come disertori. In stretto contatto con la rete di solidarietà e di protezione agli ebrei messa in opera da mons. Stocco , Fausto Cunial – su richiesta di padre Piasentini - prestò soccorso e diede rifugio, ad alcune famiglie ebree in domicilio coatto dalla vicina Croazia, appartenenti alle famiglie Errera, Rakover e Gredinger, in alcune abitazioni del colmello Cunial . Durante i giorni del “rastrellamento” sul Grappa (settembre 1944), la copertura agli ebrei divenne sempre più pericolosa in tutta la Pedemontana del Grappa: nei momenti di massima tensione, Fausto Cunial si prodigò per trasferire gli ebrei dalle case private, dove fino allora erano vissuti pur con le apprensioni dettate dalla situazione politica e militare, nei boschi attorno alla chiesa di santa Giustina, e in due case abbandonate, l’una sul Col del Sc’iao e l’altra nel versante castelcucchese delle Coe; Cunial Giovanna Serafin (vedi), con la collaborazione dell’addetto annonario municipale (che distribuiva le tessere del razionamento dei consumi) e con la copertura delle autorità locali e della popolazione, portava loro da mangiare, nei momenti della giornata meno esposti dalle ronde nazifasciste (la sera tardi, il mattino presto). Lo Stato di Israele ha riconosciuto l’opera di collaborazione, aiuto e solidarietà offerta da Cunial Fausto per questi ebrei e gli ha conferito il 4 agosto 1997 la nomina di Giusto tra le Nazioni dell’Istituto di Yad Vashem di Gerusalemme .
Cunial Giovanna del ceppo dei Paetòt, detta “Nella Serafin” (1907-2006); in qualità di commessa nella Cooperativa di Consumo di Possagno (dal 1922) e in accordo con l’incaricato comunale per le tessere annonarie, collaborò con Cunial Fausto (vedi) a rifornire di viveri gli ebrei durante le persecuzioni razziali della Repubblica di Salò e il “rastrellamento” del Grappa (1943-44). Morto il marito, lo sostituì nella custodia della Gipsoteca canoviana di Possagno (nel 1963-64).
Cunial Giovanna del ceppo dei Paetòt, detta “Nella Paetòt ” (1898-1980), confusa talora con l’omonima Cunial Giovanna “Nella Serafin“ (vedi), collaborò con il fratello Cunial Fausto (vedi) a proteggere gli ebrei durante le persecuzioni razziali della Repubblica di Salò e a nascondere alcuni ufficiali dell’Esercito italiano durante il “rastrellamento” del Grappa (1943-44).
Cunial Giovanni Battista del ceppo dei Casóna (1863 – 1949), è considerato il patriarca dai componenti del suo ceppo. Fece realizzare il Capitello “Al Crocefisso” (nel 1890), esistente ancora oggi lungo la strada che conduce in Cunial e tuttora punto di riferimento per la devozione popolare locale.
Cunial Giulio del ceppo dei Casóna (1898 – 1979), fu un valoroso tenente degli Alpini della Prima Guerra mondiale che combatté sul massiccio del Grappa, riportando gravi ferite; capitano del 7° Reggimento degli Alpini e del Battaglione “Feltre”, durante la Campagna di Grecia (1940-41) , nel corso di un assalto nemico fu colpito da una granata subendo ferite gravissime. Ritornato in patria, dopo la caduta del Fascismo, prese parte alla Resistenza partigiana fin dal suo inizio, aggregandosi alla formazione della “Brigata Silva” , nella quale era impegnata come staffetta portaordini anche la figlia Cunial Anna Maria (1925-2005). Nel’autunno del 1944, diede rifugio nella propria casa a numerosi ebrei, perseguitati dalle leggi razziali della Repubblica di Salò. Fu decorato con due Croce di Guerra e ricevette numerosi riconoscimenti sia militari che civili.
Cunial Giuseppe del ceppo dei Bianco (1895–1953), fornaciaio come suo padre Cunial Antonio “sordo” (vedi); la fornace in cui fabbricava cóp e quarèi non era della famiglia Bianco ma in società con i Cunial del ceppo Paetot, attiva dagli anni Venti al 1953 (in questa prima società, la famiglia Bianco avevano diritto a 1,5 giornate di "fornasot" la settimana). Educò i figli al lavoro e allo spirito di intraprendenza, tanto che l’anno dopo la sua morte (1954) nacque la prima grande impresa del solo ceppo dei Bianco (vedi: Cunial Antonio “Toni Bianco”).
Cunial Guido del ceppo dei Paulón (1910-1976), ristoratore, formato alla scuola alberghiera della Ciga hotels, fece il suo apprendistato sia a Venezia sia sulle navi da crociera. Ricevette in eredità da uno zio che lo considerava "fiól de anema", l'albergo Socal, storico locale risalente ai tempi di Canova e unica struttura ricettiva possagnese per molti anni del Novecento (dal 2007, acquisito dalla Fondazione Canova e dall'Opera del Tempio di Possagno).
Cunial Ida del ceppo dei Paulón (1906-1996), diede rifugio nella sua casa in contrada Cunial (al civico 48/a; oggi 53) ad alcuni ebrei durante le persecuzioni razziali della Repubblica di Salò e il “rastrellamento” del Grappa (1943-44). Vedi: Cunial Fausto.
Cunial Lina nota come “Lina tocét” (1912–1993), fu presidente dell’Azione Cattolica di Possagno, durante il periodo in cui fu parroco di Possagno don Teodoro Agnoletto (1915-1950), sia prima che dopo l’ultimo conflitto mondiale. Grande organizzatrice di raduni cattolici, di “campi solari” e di adunanze associative.
Cunial Lorenzo Antonio del ceppo dei Paetòt, detto “Toni Paetòt” (1911- 2007), fu combattente nella Seconda guerra mondiale, amministratore comunale e per due volte Presidente del Gruppo Alpini di Possagno (1971-74 e 1980-82).
Cunial Lorenzo del ceppo dei Paetòt (24 gennaio 1843–8 ottobre 1887), fu arruolato in Fanteria nel glorioso Reggimento dei Granatieri del Regno d’Italia (per l’ammissione occorreva una statura minima di 180 cm), con il compito di lanciare allo scoperto le granate: il suo impegno militare lo rese un autorevole personaggio anche a Possagno.
Cunial Lorenzo probabilmente capostipite del ceppo dei Lorenzin (nato a Possagno nella seconda metà del Settecento – morto a Possagno nella prima parte dell’Ottocento), fu fornaciaio alle Coe; fornì i materiali edili per i lavori della sistemazione di Casa Canova, nel 1799 , e per l’edificazione del Tempio (dal 1819): risulta essere capostipite di alcuni altri ceppi: i Paetòt, i Croda, i Nadai, ecc.
Cunial Natale del ceppo dei Croda e capostipite del ceppo dei Nadài (Possagno 1854 – Crespano 1928), è noto in paese per aver astutamente aggirato il divieto di tagliare i castagni in primavera, con cui avrebbe coperto il fornesòt (fornace primitiva a sistema intermittente, dove si cocevano sia coppi e mattoni, che sassi da calce) da lui costruito in località Coe, e per aver progettato una macchina speciale per lo spegnimento degli incendi: si recò a Roma (fine Ottocento) per brevettarla e, in quella occasione, avrebbe incontrato lo stesso re Umberto I. |